BREVE STORIA (ESOTERICA) DELLA MAGIA (Seconda parte)
Damiano Checchin, curatore del Centro Olistico Puro Pensiero www.puropensiero.it, ci ha inviato una sua breve storia della magia, dal punto di vista esoterico.
Damiano ha pubblicato, per Youabee, il corso Il Simbolismo dei Tarocchi di Wirth, che trovate a questo indirizzo https://www.youabee.it/courses/la-simbologia-dei-tarocchi-di-wirth-2/
Pubblichiamo il suo contributo, dividendolo in tre parti.
Buona lettura di questa seconda parte!
LA MAGIA IN EGITTO
Il monumento che più di tutti gli altri simboleggia i misteri esoterici dell’Egitto è, senza ombra di dubbio, la Sfinge. Scultura di pietra calcarea raffigurante una testa di uomo e un corpo di leone: sintesi perfetta di simbolismo magico/egizio tuttora attuale e in gran parte misterioso.
Tra i sacerdoti egiziani esisteva il famoso Libro dei Morti, un testo che descriveva il viaggio dell’anima nell’aldilà con formule e rituali da usare per propiziarsi le divinità.
Un vero e proprio libro magico ricco di simboli e di formule evocative.
Ricordiamo poi il famoso “ soffio magnetico” e l’imposizione delle mani usato dai guaritori egiziani che può ascriversi alla pranoterapia.
A Tebe è stato scoperto il papiro di Ebers con delle chiare istruzioni e formule rituali per guarire i mali fisici e spirituali del paziente.
LA MAGIA NELLA BIBBIA E NEI VANGELI
La Bibbia, testo sacro per eccellenza, mette in risalto l’uso della magia nel passo di Mosè e il Faraone.
Ricordiamo di come Mosè riuscisse a trasformare i bastoni in serpenti e di far piovere dal cielo le rane. I maghi di corte avevano imparato a fare altrettanto ma, a differenza di Mosè, non riuscivano a far tornare quelle creature da dov’erano arrivate. ( differenza tra Magus e iniziati alle arti magiche )
Pensiamo a Re David che aveva potere sulla pioggia o a Re Saul che praticava la necromanzia scoprendo, ahimè, l’ora della propria morte.
Che dire poi di Gesù con le famose guarigioni, la resurrezione di Lazzaro o la moltiplicazione dei pani e dei pesci?
LA MAGIA IN GRECIA E A ROMA
Nell’antica Grecia tutto era sacro e magico: i fiumi, le sorgenti, le montagne, i cieli e i mari e ogni azione era scandita dall’intervento delle numerose divinità del Pantheon greco.
Per ingraziarsi tali potenze i sacerdoti celebravano veri e propri rituali, alcuni di dominio pubblico, altri invece nel massimo della riservatezza e destinati ad un esiguo gruppo di persone, perlopiù iniziati.
Ricordiamo in tal senso i Misteri Eleusini, riti magico/religiosi celebrati nel santuario di Demetra, ubicato nella città di Eleusi. Erano collegati ad un antico culto agrario, probabilmente ereditato dalla cultura cretese, e avevano lo scopo di trascendere lo spirito umano assicurandone la redenzione per traformarlo in un dio e quindi in essere immortale.
Nell’antica Roma le cose non erano tanto differenti e la città fu un crogiuolo per lo sviluppo della magia. Ricordiamo le sacerdotesse di Iside, di Cibele, di Astarte e di Mitra. Imperatori e capi di stato avevano il loro mago personale da consultare nei momenti di bisogno. Esisteva un vero e proprio commercio di filtri magici e di amuleti nonostante Plinio il Vecchio, nelle sue opere sulla storia naturale, ebbe parole durissime contro la magia e i suoi esecutori. Invece, di parere totalmente contrario, si posizionava Tacito che nutriva grande fiducia negli indovini, difendendoli quando venivano attaccati: esso partiva dal principio che ogni professione poteva avere i propri ciarlatani e che non si poteva fare di tutta l’erba un fascio.
E’ interessante notare che nell’antica Roma i maghi erano rispettati e, per certi versi venerati mentre i cristiani, erano considerati pericolosi stregoni che tramavano contro lo Stato.
LA MAGIA NEL MEDIOEVO
Nonostante la strenua ostilità della chiesa per le arti magiche, nemmeno in questo periodo la magia è sparita o è stata debellata.
Pensiamo alla Germania e ai suoi dèi Odino/Wodan, Freyr, Freya, Loki e moltissimi altri e l’uso della simbologia runica usata frequentemente dai loro sacerdoti e dalle persone comuni.
Basti ricordare importantissimi testi magici come il Picatrix o il Tetrabiblos di Claudio Tolomeo o L’Introductorium Maius di Abu ma’shar al-Balkhi.
Si può certamente affermare che la magia ha attraversato anche questo periodo storico uscendone, come sempre, vittoriosa e arricchita di nuovi testi e di nuove scoperte.
I DRUIDI
Nella società Celtica , nella Gallia e nella Bretagna, operavano i druidi, sacerdoti abilissimi nel guarire per mezzo delle piante e abili indovini. Essi utilizzavano il vischio, raccolto in date precise e posto in un telo bianco. Per mezzo di una complessa cerimonia compivano dei rituali per difendere gli uomini dalle situazioni sfavorevoli, per renderli immuni dai veleni e per rendere fecondi gli animali.
Altre erbe importanti utilizzate dai druidi erano la salvia che purificava il sangue e rinnovava l’energia psichica e fisica, la verbena per proteggere il fegato dalle malattie, gli alberi come la quercia, il tasso , la betulla, il salice e molti altri usati negli interventi di purificazione e di protezione.
In Irlanda, abbattere un albero come il melo o il nocciolo, veniva punito con la morte perché facenti parte dei cosiddetti “ fusti del bosco sacro “ ( quercia, nocciolo, agrifoglio, tasso, frassino, pino, melo ).
Si usavano funghi come l’amanita muscaria per creare stati di ebbrezza e raggiungere l’estasi mistica entrando in contatto con gli dèi.
La parola Bretone “ ebbro “ si può tradurre con “ mezzo “, cioè stato intermediario tra l’uomo e la divinità e condizione tra due mondi ( medianità ).
Grazie al racconto mitico “ La morte di Cuchulainn “, narrato in diversi manoscritti che spaziano dal IX al XIII secolo, siamo venuti a conoscenza dei vari incantesimi che caratterizzavano il periodo celtico. Il protagonista di questa storia viene sconfitto per mezzo degli anatemi lanciati contro di lui e non per la forza fisica dei suoi nemici.
Altra eredità donataci da questi popoli sono state le rune, sequenza di simboli magici in perfetto equilibrio tra di loro e usate, oltre che da alfabeto ( ma è più corretto dire Futhark ) come vero e proprio strumento di sintesi archetipica per il risveglio della singola coscienza e di quella collettiva. Brevemente possiamo definire le rune come un profondo sistema spirituale che si estende ad una conoscenza universale.
(continua)
Tag:Corsi, Damiano Checchin, Esoterismo, Olismo