L’esperienza si fa sul campo e sono d’accordo.
Ma la domanda è … come posso sapere se ciò che sto facendo, sta colpendo davvero la persona? Come posso essere sicuro che piaccia ?
Sempre dalla presentazione ?
Ho notato che certi effetti che ho fatto, sembrano colpire molto di più; può dipendere dalla presentazione o magari dall’effetto che forse non è poi “forte” ?
Prima di tutto vorrei partire dalla tua ultima frase, Mattia.
In realtà – come ho scritto e detto innumerevoli volte – non esistono effetti più forti di altri.
Esistono, invece, effetti interpretati bene ed effetti interpretati meno bene, o male.
Insomma, sia il merito che la colpa non va data agli effetti, ma al performer.
Dare la colpa agli effetti è una consolazione che talvolta si danno i meno capaci.
Non mi sono mai posto il problema se esista un “metodo” per capire se si sta colpendo davvero il pubblico.
Credo che sia una questione di sensazione: vediamo che il pubblico è soddisfatto?
Oppure vediamo che gli spettatori sono abbastanza indifferenti?
Ecco, se riusciamo a restare obiettivi, penso che basti guardare le loro reazioni (verbali o non verbali, durante e dopo la performance) per rendersi conto se si è fatto centro oppure se qualcosa è da correggere.
Anche qui, direi che è l’esperienza ad insegnare come valutare le proprie performance in modo realistico.
Si, vero.
Forse sbaglio sicuramente io qualcosa, per questo adesso mi sto impegnando al 100% per essere ciò che voglio essere: un Signor Mentalista.
Mi darò tutto il tempo necessario.
Con il tuo/vostro aiuto, migliorerò sicuramente.
Ringraziando il cielo che si sbaglia Mattia!
Tutti abbiamo sbagliato e tutti continuiamo a sbagliare. Sbagliare è solo un altro modo per fare meglio la cosa giusta.
Ricorda, comunque, che al di là della teoria, l’ingrediente principale per essere un “Signor Mentalista”, come dici tu, è essere te stesso.
Se durante una performance, sei stato coerente con quello che sei e con i messaggi che vuoi trasmettere, sei già per l’80% un Signor Mentalista! 🙂
Ciao,
avrei un paio di domande.
Quale potrebbe essere il numero dei diversi effetti da portarsi dietro, e quante volte sarebbe “corretto” ripetere lo stesso a persone diverse. Se per ipotesi lavorassi per 3 ore di fila, 10 min a persona sarebbero, 2 effetti a persona sarebbero 18 effetti. Inizialmente 18 diversi effetti magari sono tanti da ricordare…
La seconda domanda riguarda il come farsi presentare: cosa far dire a colui che ci sta presentando…per avere un’idea…
Grazie
Ciao, come hai detto bene, sono tanti. Beh, se parlassimo di uno spettacolo con un inizio e una fine sarebbe facile da stabilire, ma dal momento in cui la performance si ripete tante volte quante sono le persone che si presentano e il numero sarà destinato ad aumentare in proporzione alla durata totale della prestazione è impossibile stabilire un numero esatto di effetti da sapere.
Quello che posso consigliarti è di trovare effetti simili tra loro da alternare, per esempio tre effetti alternare potrebbero essere al primo fai il triangolo, al secondo l’ESP e al terzo l’Aura. poi ricominci dal primo . Poi il secondo effetto potrebbe alternare Evo, BlocNotes , il terzo Hidden Tarot e Colori.
In questo modo si crea una fantasia che ti permette di riutilizzare gli stessi effetti senza che le persone a cui li presenti si incrocino facilmente. (magari se non sono stato chiaro fammi altre domande)
Comunque per One To One sarebbe importante fare esercizi per migliorare la propria memoria.
Come farsi presentare. Se parliamo di One to One, a me piace mantenere un profilo basso, per cui è sufficiente che l’organizzatore o chi per lui dirà semplicemente che è presente un performer nel tal posto che effettuerà una seduta One To One a chi lo desidera. Meglio se all’inizio della seduta qualche conoscente si presta a far da spettatore, questo crea curiosità e incoraggia le persone a farsi avanti. una volta partita la “fila” saranno i tuoi spettatori a mandartene altri.
7 Comments
L’esperienza si fa sul campo e sono d’accordo.
Ma la domanda è … come posso sapere se ciò che sto facendo, sta colpendo davvero la persona? Come posso essere sicuro che piaccia ?
Sempre dalla presentazione ?
Ho notato che certi effetti che ho fatto, sembrano colpire molto di più; può dipendere dalla presentazione o magari dall’effetto che forse non è poi “forte” ?
Prima di tutto vorrei partire dalla tua ultima frase, Mattia.
In realtà – come ho scritto e detto innumerevoli volte – non esistono effetti più forti di altri.
Esistono, invece, effetti interpretati bene ed effetti interpretati meno bene, o male.
Insomma, sia il merito che la colpa non va data agli effetti, ma al performer.
Dare la colpa agli effetti è una consolazione che talvolta si danno i meno capaci.
Non mi sono mai posto il problema se esista un “metodo” per capire se si sta colpendo davvero il pubblico.
Credo che sia una questione di sensazione: vediamo che il pubblico è soddisfatto?
Oppure vediamo che gli spettatori sono abbastanza indifferenti?
Ecco, se riusciamo a restare obiettivi, penso che basti guardare le loro reazioni (verbali o non verbali, durante e dopo la performance) per rendersi conto se si è fatto centro oppure se qualcosa è da correggere.
Anche qui, direi che è l’esperienza ad insegnare come valutare le proprie performance in modo realistico.
Si, vero.
Forse sbaglio sicuramente io qualcosa, per questo adesso mi sto impegnando al 100% per essere ciò che voglio essere: un Signor Mentalista.
Mi darò tutto il tempo necessario.
Con il tuo/vostro aiuto, migliorerò sicuramente.
Ringraziando il cielo che si sbaglia Mattia!
Tutti abbiamo sbagliato e tutti continuiamo a sbagliare. Sbagliare è solo un altro modo per fare meglio la cosa giusta.
Ricorda, comunque, che al di là della teoria, l’ingrediente principale per essere un “Signor Mentalista”, come dici tu, è essere te stesso.
Se durante una performance, sei stato coerente con quello che sei e con i messaggi che vuoi trasmettere, sei già per l’80% un Signor Mentalista! 🙂
Ciao,
avrei un paio di domande.
Quale potrebbe essere il numero dei diversi effetti da portarsi dietro, e quante volte sarebbe “corretto” ripetere lo stesso a persone diverse. Se per ipotesi lavorassi per 3 ore di fila, 10 min a persona sarebbero, 2 effetti a persona sarebbero 18 effetti. Inizialmente 18 diversi effetti magari sono tanti da ricordare…
La seconda domanda riguarda il come farsi presentare: cosa far dire a colui che ci sta presentando…per avere un’idea…
Grazie
Ciao, come hai detto bene, sono tanti. Beh, se parlassimo di uno spettacolo con un inizio e una fine sarebbe facile da stabilire, ma dal momento in cui la performance si ripete tante volte quante sono le persone che si presentano e il numero sarà destinato ad aumentare in proporzione alla durata totale della prestazione è impossibile stabilire un numero esatto di effetti da sapere.
Quello che posso consigliarti è di trovare effetti simili tra loro da alternare, per esempio tre effetti alternare potrebbero essere al primo fai il triangolo, al secondo l’ESP e al terzo l’Aura. poi ricominci dal primo . Poi il secondo effetto potrebbe alternare Evo, BlocNotes , il terzo Hidden Tarot e Colori.
In questo modo si crea una fantasia che ti permette di riutilizzare gli stessi effetti senza che le persone a cui li presenti si incrocino facilmente. (magari se non sono stato chiaro fammi altre domande)
Comunque per One To One sarebbe importante fare esercizi per migliorare la propria memoria.
Come farsi presentare. Se parliamo di One to One, a me piace mantenere un profilo basso, per cui è sufficiente che l’organizzatore o chi per lui dirà semplicemente che è presente un performer nel tal posto che effettuerà una seduta One To One a chi lo desidera. Meglio se all’inizio della seduta qualche conoscente si presta a far da spettatore, questo crea curiosità e incoraggia le persone a farsi avanti. una volta partita la “fila” saranno i tuoi spettatori a mandartene altri.
Sei stato chiarissimo.
L’idea di usare dei “complici” per iniziare è geniale!!!
Ti ringrazio tanto.